

Il microchip è il principale strumento di identificazione dei cani ed è obbligatorio per legge, ma come funziona esattamente?
Partiamo da cosa dice la legge.
In questo la normativa è molto chiara.
Chi possiede un cane deve iscriverlo presso l’Anagrafe Canina regionale entro 60 giorni dalla data di nascita o dall’entrata in possesso dell’animale.
Non si possono quindi cedere, vendere o comprare cani senza microchip.
Anche se il microchip può essere applicato a qualsiasi animale di compagnia, l’obbligo al momento vige però solo per i cani.
Ma che cos’è un microchip?
Iniziamo col dire che è uno strumento assolutamente innocuo che non provoca alcun dolore o fastidio all’animale e non nuoce alla sua salute.
Semplificando al massimo, i microchip sono capsule sottocutanee della dimensione di un chicco di riso, circa 11×2 mm. Si iniettano alla base del collo, tramite una speciale siringa, sterile e monouso.
Si tratta di apparecchi passivi e questo significa che non contengono fonti di energia, ma emettono un segnale solo se sollecitati da un lettore, sfruttando la tecnologia R.F.ID. (Radio Frequency Identification).
Tutti i microchip sottocutanei sono composti da tre elementi:
- un chip al silicio che contiene il numero di identificazione dell’animale, un codice di 15 cifre unico per ogni animale
- un nucleo di ferro che funziona da antenna e riceve quindi il segnale del lettore
- un condensatore che è in pratica una sorta di sintonizzatore
Tutti questi elementi sono sigillati ermeticamente e non possono disperdersi in alcun modo nel corpo dell’animale.
I vantaggi del microchip
Fino a qualche anno fa, al posto dei microchip, il riconoscimento dei cani era il tatuaggio che riportava il codice di identificazione dell’animale.
Questo metodo aveva però grossi limiti. Con il tempo il tatuaggio tendeva a sbiadire, fino a diventare sempre meno leggibile. E poi era comunque una pratica dolorosa e da effettuarsi in anestesia, con tutti i rischi che un’anestesia può generare, soprattutto nei soggetti più anziani.
E infine spesso il tatuaggio era applicato in parti difficilmente controllabili.
Il microchip permette invece di evitare tutte queste problematiche.
Infatti, dura per tutta la vita del cane, è sempre leggibile, può essere applicato ad animali di qualsiasi età e, come abbiamo detto, è completamente indolore e privo di effetti collaterali.
La sua utilità è innegabile perché consente di identificare immediatamente il cane e, di conseguenza, il loro padrone. Significa che un cane che si perde può essere facilmente riportato a casa, ma anche che, in caso di reati e abbandoni nei confronti dell’animale da parte del proprietario, si può risalire più facilmente al responsabile.
L’importanza delle medagliette per cani e gatti
Il microchip ha però un limite: per leggere il codice al suo interno è necessario possedere un lettore specifico che hanno in dotazione solo i veterinari, le guardie cinofile e pochi altri addetti del settore.
Ecco perché dotare i cani di una medaglietta identificativa è fondamentale, anche se già microchippati.
Sulle medagliette per cani sono incise infatti le informazioni principali ovvero il nome dell’animale e i contatti del proprietario. In questo modo chiunque può aiutare un cane smarrito a tornare a casa.
La medaglietta, poi, è molto utile anche per i gatti, soprattutto per quelli che vivono fuori o hanno comunque la possibilità di uscire di casa. I mici, infatti, difficilmente sono microchippati e la medaglietta è il loro unico segno di riconoscimento.
È sbagliato quindi pensare alle medaglie per cani e gatti solo come a un vezzo estetico: sono prima di tutto funzionali e sono uno strumento efficace per combattere l’abbandono di cani e gatti, fenomeno purtroppo ancora diffuso.