Spesso diciamo che gli animali sono meglio delle persone e non è solo un luogo comune. Basta pensare al loro affetto incondizionato o alla capacità che hanno di strapparci un sorriso anche nei momenti più difficili. E la pet therapy lo dimostra.
Cos’è la pet therapy
Il termine deriva da pet (animale di compagnia in inglese) e therapy. In realtà non si tratta di una vera e propria terapia ma sarebbe più corretto parlare di co-terapia.
La pet therapy è infatti una terapia aggiuntiva: viene affiancata ad altri tipi di cure, però non può sostituirle.
Può contribuire a renderle più efficaci ma non va quindi intesa come cura alternativa.
I primi a compiere studi scientifici al riguardo furono i paesi anglosassoni, negli anni Cinquanta. Uno dei precursori fu Borris Levinson, psichiatra infantile che si accorse come la presenza del suo cane Jingles durante le sedute, aiutasse i suoi piccoli pazienti affetti da disturbi psichici a comunicare più facilmente..
Dagli anni Settanta la pet therapy si diffuse sempre più e lentamente raggiunse anche l’Italia, dove solo di recente sono stati introdotti programmi di terapia assistita con animali.
Parliamo di animali in generale perché, anche se spesso associamo la pet therapy solo ai cani (dog therapy), qualsiasi animale domestico può diventare un perfetto co-terapeuta.
Anzi, la scelta dell’animale spesso dipende dal tipo di paziente.
I pappagalli possono ad esempio essere utili per aiutare a interagire. La loro capacità di rispondere stimola infatti la comunicazione anche nei soggetti che hanno difficoltà ad esprimersi.
L’ippoterapia, l’uso quindi dei cavalli, aiuta a sviluppare una forma di controllo, sia a livello fisico, sia psicologico. Mentre la delfinoterapia stimola le capacità comunicative e anche la creatività.
Benefici della pet-therapy
Ma chi sono i destinatari della pet therapy? Potenzialmente qualsiasi persona affetta da problemi psichici o fisici.
Nella maggior parte dei casi, però, i pazienti sono anziani e bambini, che vedono nel rapporto con l’animale anche una dimensione ludica.
In generale la pet therapy comprende due tipi di trattamento:
- Terapie assistite: è il caso di attività di recupero di persone affette da disturbi comportamentali o psichici. L’animale serve quindi per aiutare il paziente a rispondere più facilmente alla cura.
- Attività assistite: in questo caso il compito dell’animale è quello di rendere più lieve la vita del paziente. Un esempio sono le persone ricoverate in strutture di recupero.
Qualsiasi sia la tipologia di intervento, i benefici della pet therapy sono innegabili.
Tra i principali segnaliamo:
- miglioramento delle capacità comunicative, soprattutto in soggetti con difficoltà ad esprimere le emozioni
riduzione dello stress e miglioramento dell’umore - maggior capacità ad interpretare il linguaggio non verbale, ad esempio nelle persone affette da autismo
- sviluppo di un senso di protezione e di un rapporto di cura e reciprocità
- riduzione dell’ansia e in generale sviluppo di una forma di controllo
- aiuto nei movimenti fisici, nel caso di pazienti disabili
- elaborazione di nuove forme di nuove forme di movimento e comportamenti, grazie all’interazione con un essere che usa un linguaggio diverso dal nostro
La lista potrebbe durare ancora a lungo anche perché il rapporto che si instaura tra un paziente e l’animale è unico. E, di conseguenza, anche i benefici della pet therapy variano da soggetto a soggetto.
Quel che è certo è che cani, gatti, conigli o qualsiasi altro animale domestico, sono un toccasana per la nostra salute e il nostro umore. Però non dimentichiamoci che, trattandosi di una co-terapia a tutti gli effetti, la pet therapy deve sempre essere effettuata in presenza di personale competente come educatori, psicoterapeuti, fisioterapeuti e specialisti indicati per il disturbo trattato.